Il peeling viso è un trattamento estetico che prevede l’esfoliazione epidermica. L’azione esfoliante è mirata ad eliminare gli strati danneggiati della pelle, mentre stimola gli strati cutanei più integri, dunque esteticamente più compatti ed uniformi dell’epidermide. Il termine stesso viene dall’inglese to peel, cioè sbucciare, spellare o più propriamente esfoliare, e con questo significato è entrato a far parte della terminologia medica.
Il peeling può essere eseguito solo superficialmente mediante l’utilizzo di prodotti cosmetici o in profondità attraverso un intervento complesso e che richiede il ricovero ambulatoriale. Generalmente, tali differenze vengono classificate in peeling molto superficiale, superficiale, medio e profondo. Il processo è generato dall’utilizzo di particolari sostanze chimiche come il fenolo, l’acido glicolico, il resorcinolo o altri acidi specifici. Queste sostanze possono essere anche usate in combinazione tra loro o con altre al fine di ottenere determinati risultati estetici.
Nel corso degli ultimi decenni le applicazioni del peeling sono decisamente aumentate. L’uso più comune del peeling è in funzione anti-age, cioè per contrastare i segni del tempo sulla pelle comuni ad ogni individuo. Lo spettro dei possibili impieghi della tecnica, però, si estende anche ad altri disturbi non strettamente legate all’invecchiamento cutaneo.
Il peeling viso, infatti, può essere usato per:
Il progresso nella medicina ha permesso di affinare sensibilmente le tecniche di peeling e di amplificarne la portata introducendo innovazioni tecnologiche di ultima generazione. La diffusione della tecnologia laser ne è un perfetto esempio così come i dispositivi utilizzati nella microdermoabrasione.
Le tecniche di peeling più diffuse sono:
Il peeling chimico è una delle prime tecniche sviluppate in questo campo nel corso del XIX secolo da studi effettuati da diversi dermatologi europei. Ferdinand von Hebra, austriaco, fu di certo il più importante esponente di questa nuova soluzione. Parte delle sostanze chimiche utilizzate da questi primi pionieri sono ancora in uso oggi.
Il procedimento prevede l’applicazione di soluzioni a base caustica sulla pelle generando una distruzione controllata degli strati dell’apparato tegumentario. Le soluzioni, così come il tempo di esposizione, sono commisurate alla profondità che si vuole raggiungere con il trattamento. L’esfoliazione dei tessuti, dunque, è provocata da questi agenti chimici e gestita dal medico al fine di ottenere il risultato desiderato senza intaccare la salute generale del paziente.
L’accostamento del tradizionale peeling chimico alla tecnologia ha permesso di sviluppare un metodo maggiormente efficiente, delicato e poco invasivo per l’esfoliazione della cute: la microdermoabrasione. Il procedimento è effettuato con l’ausilio di un particolare macchinario dotato di manipolo che riesce a concentrare le particelle abrasive dei cristalli di corindone o i microgranuli di idrossido di alluminiodirettamente sulla pelle. Il procedimento garantisce risultati soddisfacenti sebbene sia indicato solo per trattamenti superficiali, come rughe e cicatrici.
Il risultato finale della microdermoabrasione è strettamente legato alla zona trattata e al numero di sedute complessive effettuate. Di norma si consigliano almeno 5 sedute con cadenza settimanale o quindicinale. Dopo il periodo del trattamento è possibile procedere con mantenimento per 3/5 mesi. La quantità delle sedute e la loro durata sono strettamente connesse alla grandezza dell’area da trattare.
Il peeling con il laser ablativo è una tecnica di ultima generazione. L’impiego del laser ablativo, cioè esfoliante, nell’ambito della medicina estetica consente oggi di eliminare dalla pelle, anche nel caso in cui si tratti di zone cutanee particolarmente delicate come quelle del viso, inestetismi di vario tipo quali:
Il laser ablativo è capace di agire nei tessuti dell’epidermide vaporizzando le cellule superficiali e favorendo la formazione di nuovo tessuto. A seconda dell’intensità del fascio viene determinata anche la profondità d’azione dello strumento. Il laser lascia i tessuti levigati migliorando la tonicità e l’elasticità della pelle. Ciò è possibile poiché alla distruzione dei tessuti, come avviene con altre tecniche di peeling, è preferita la vaporizzazione dell’acqua contenuta nelle cellule.
A seguito del trattamento di peeling viso, in tutte le sue variabili, è consigliabile evitare l’esposizione diretta ai raggi solari fino a quando eventuali arrossamenti legati al trattamento non siano completamente scomparsi. Il medico può suggerire, inoltre, la somministrazione di farmaci per il peeling del viso, laddove necessario.
I peeling viso consentono alla pelle di stimolare la produzione naturale di sostanze particolarmente utili per la bellezza e l’elasticità della pelle, come:
Tali sostanze sono prodotte naturalmente dall’organismo, ma con l’invecchiamento biologico tendono a ridursi, formando le rughe e, in generale, tutti gli antiestetici segni del tempo. Nel peeling viso, dunque, l’esfoliazione cutanea consente alla pelle di rinnovarsi stimolando il processo naturale di rigenerazione dei tessuti in cui il collagene e l’acido ialuronico hanno un ruolo centrale.
Le controindicazioni al peeling variano a seconda dal tipo di trattamento da effettuare.
Nel peeling chimico, il trattamento è controindicato in caso di:
La microdermoabrasione è sconsigliata in presenza di:
Il laser ablativo è controindicato in caso di:
Al medico spetta la valutazione della storia clinica del paziente e la valutazione, caso per caso, sul procedimento terapeutico da utilizzare o da evitare.
Il peeling viso non presenta effetti secondari gravi, tra gli effetti indesiderati più comuni sono enumerati:
Questi effetti indesiderati sono in genere transitori e di breve durata. In alcuni casi possono protrarsi per mesi ed in questi casi si consiglia di consultare un medico al fine di affrontare la problematica in modo adeguato.